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martedì 6 gennaio 2009

Allarme gas: mezza europa senza forniture di gas dalla russia!: aggiornato dopo la pubblicazione iniziale

Vediamo le ultime notizie dall'europa.
Negli ultimi tempi è stata ridotta l'esportazione da parte della Russia del gas in europa e così, mezza europa si è dovuta arrangiare in qualche altro modo.

Da poco tempo, anche in Italia è stato sancito il blocco del gas, ma grazie all'aumento delle importazioni da altri paesi, non ci dovrebbero eseri enormi problemi, visto che il gas proveniente dalla russia è solo il 20-25% del fabbisogno dell'intero paese, ma in alcuni altri stati come Bulgaria, Grecia, Turchia, Macedonia e Croazia il blocco delle esportazioni di gas è stato totale.


Ecco quello che viene detto da il secolo XIX:La guerra del gas tra Russia e Ucraina travolge mezza Europa e fa scattare l’allarme della regia europea di turno: con l’ulteriore riduzione delle forniture russe verso Ovest «il quadro cambia radicalmente», ha dichiarato il ministro ceco dell’Industria e del Commercio, Martin Riman, da ieri a Kiev con una delegazione dell’Unione europea, che dopo i primi giorni da `attendista´ ora si ritrova in difficoltà a non scendere in campo.Intanto, Naftogaz Ukraini, la compagnia energetica di Kiev, ha ammesso il blocco totale del transito di metano russo verso l’Europa. L’annuncio è stato dato dal numero uno di Naftogaz Ukraini, Oleg Dubina, riferisce l’agenzia Itar-Tass.Stamattina dalle capitali centro-orientali sono arrivate una raffica di conferme della totale interruzione o di forti riduzioni del flusso in arrivo dalla Russia via Ucraina. Completo stop perBulgaria, Grecia, Turchia, Macedonia e Croazia.L’Ungheria ha ricevuto oggi meno del 20% del gas pattuito e all’Austria è arrivato meno del 10% del metano per cui paga.A questo punto sembra inevitabile anche un calo per l’Italia: i vertici dell’Eni sono riuniti Milano per valutare la situazione.

Presenti l’ad, Paolo Scaroni, il direttore generale della divisione Gas and Power, Domenico Dispenza, l’a.d. di Snam rete Gas Carlo Malacarne e quello della Stogit, Enrico Cingolani.Gazprom ha confermato la riduzione dei volumi destinati all’Europa, come ordinato ieri dal premier Vladimir Putin, e chiede all’Ucraina di «compensare con le sue risorse» quei 65,3 milioni di metri cubi che ritiene illecitamente sottratti.Da Kiev, però, viene descritta una situazione più grave. «La Russia ha tagliato le forniture di gas verso l’Europa di circa due terzi, «e i volumi in arrivo continuano a diminuire», ha dichiarato ad Apcom il portavoce della compagnia ucraina Naftogaz, Valentin Zemljansky, rilanciando l’allarme gas in chiave europea. «Adesso per l’Europa arrivano i guai, è evidente che le riduzioni si faranno sentire a valle», ovvero nell’Occidente del Vecchio continente che nei primi giorni della disputa ha dormito sonni tranquilli, alla luce delle riserve accumulate e dei consumi ridotti nella prima parte dell’inverno, relativamente mite.

Stamattina, dice Zemljansky, Gazprom ha inviato solo 92 milioni di metri cubi per l’Europa, a fronte del 221 milioni di ieri. «Ma la diminuzione del gas in arrivo alla frontiera russo-ucraina continua», aggiunge. «Noi non possiamo fare niente, siamo solamente un Paese di transito». Naftogaz nega di avere ricevuto nuove comunicazioni da Mosca. «Gazprom ha interrotto del tutto le comunicazioni», secondo Zemljanski. Con le temperature polari che stanno attanagliando buona parte del continente, il problema si fa urgente.L’Austria comunica di avere deciso di attingere alle riserve, la Turchia si mette al riparo aumentando le richieste di metano russo via Blue Stream, il gasdotto costruito da Gazprom ed Eni. Proprio come suggerisce la Russia: l’Europa deve facilitare le vie alternative all’Ucraina per il gas russo se vuole evitare ogni anno le crisi del metano.

Dove arriveremo di questo passo?